E’ la terapia che si adatta al paziente
Nell’immaginario collettivo, un percorso psicologico è necessariamente legato alla patologia psichica o, ad esempio nelle malattie come quelle oncologiche, ci si preoccupa solo della cura del corpo, dimenticandosi spesso che quella diagnosi o quel sintomo sono solo una parte di una persona, un individuo unico, dato da un insieme complesso di caratteristiche personali.
Negli anni ho notato che purtroppo persiste questa visione errata tra mente e corpo, sano e malato, che polarizza e divide questi aspetti, quando al contrario dipendono l’uno dall’altro.
Dunque, il mio approccio è centrato sulla persona, le sue caratteristiche e i suoi bisogni, come esprime e vive il proprio sintomo e, sulla base di questo, modellare l’intervento più adatto e su misura in quel momento, deciso insieme con la partecipazione attiva del paziente.
Su questo concetto si basa inoltre il modello della scuola di psicoterapia nella quale mi sto formando:
- Breve: rispettando i tempi del paziente, si cerca di individuare e risolvere il problema nel minor tempo possibile in maniera concreta ed efficace;
- Integrato: unisce diversi modelli psicoterapeutici, in questo caso cognitivo comportamentale e psicodinamico con attenzione alle fasi del ciclo di vita, così da poter utilizzare le diverse tecniche di ciascun modello in base ai bisogni del paziente.
Per fare questo, dunque, utilizzo, oltre a teorie, tecniche e test appresi negli anni, due strumenti principali: il colloquio clinico e la relazione che si instaura con il paziente.